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A breve il nuovo modello di pericolosità sismica del territorio italiano – intervista a Carlo Meletti

03/04/2019Renato Fuchs

Si sta per concludere l’iter per il rilascio del nuovo modello di pericolosità sismica, che verrà denominato MPS19. Abbiamo chiesto a Carlo Meletti, componente del Comitato Scientifico di Eucentre, di fare il punto della situazione.

Dopo aver contribuito in modo significativo alla compilazione del modello di pericolosità sismica del 2004 (MPS04), hai coordinato la compilazione del nuovo modello MPS19 – commentato tra l’altro in https://terremotiegrandirischi.com/2018/07/03/verso-il-nuovo-modello-di-pericolosita-sismica-per-litalia-colloquio-con-carlo-meletti
Il rilascio è davvero imminente?
Sì. Abbiamo chiuso a febbraio la discussione con i revisori nominati dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC) e sigillato l’impianto del modello. In questo momento è in corso il calcolo finale e stiamo scrivendo la documentazione che accompagna il modello. Presumibilmente a fine maggio verrà discusso in Commissione Grandi Rischi (CGR) e qualora approvato verrà reso pubblico.

Ci hai comunicato che la versione “standard” a colori, utilizzerà una palette diversa da quella precedente. In particolare la mappa MPS04 (conosciuta con la palette di sinistra), ricompilata secondo la nuova palette avrebbe questo aspetto (destra):

MPS04 con palette di colori originale (a sinistra), MPS04 con nuova palette di colori (a destra).

Ci puoi spiegare le ragioni di questo cambio, che forse renderà difficoltoso il confronto fra le mappe delle due generazioni?
Capisco che siamo tutti abituati ai colori di MPS04, io stesso mi devo fare violenza per usare i nuovi colori. Ma abbiamo valutato due aspetti, uno psicologico e uno grafico. L’aspetto psicologico era la presenza nella vecchia palette di colori come il verde che facevano pensare a condizioni di sicurezza (il terremoto dell’Emilia del 2012 il cui epicentro era in una zona verde fece dire a molti che lì non poteva avvenire!). Quello grafico erano i colori per alti valori di scuotimento (quelli che si hanno per lunghi periodi di ritorno o per alcune accelerazioni spettrali) che a volte venivano scambiati per condizioni di bassa pericolosità. Abbiamo studiato le palette usate dai vari modelli mondiali e selezionato colori e scansione delle classi di valori che consentano subito di individuare il livello di pericolosità.
Per consentire il confronto tra MPS04 e MPS19 stiamo per pubblicare una versione aggiornata dell’applicazione webGIS di MPS04 (passo obbligato per questioni di sicurezza informatica della vecchia piattaforma) in cui si potrà scegliere tra le due palette.

Il modello MPS04 era stato richiesto dallo Stato per aggiornare la zonazione sismica (detta allora classificazione sismica). Nel seguito, venne adottato come base per la normativa NTC08, e confermato come base per la normativa NTC18.
Il nuovo modello MPS19 non deriva da una formale richiesta “normativa”. Perché è stata avviata questa nuova iniziativa e puoi fare qualche previsione sul possibile utilizzo del nuovo modello?
A distanza di 10 anni dalla realizzazione di MPS04, nel 2014 abbiamo sentito l’esigenza, essenzialmente scientifica, di valutare quanto i nuovi dati disponibili e gli approcci più aggiornati modificassero l’immagine della pericolosità sismica in Italia. Vale la pena ricordare che la pubblicazione del modello europeo SHARE nel 2013 fornisse già un avanzamento significativo e valori di pericolosità in genere più elevati rispetto al modello italiano soprattutto per la PGA che non per le accelerazioni spettrali (abbiamo pubblicato proprio su questa rivista lo studio di confronto, nel fascicolo 1 del 2014; http://www.progettazionesismica.it/ojs/index.php/ps/article/view/922) Quando allora abbiamo posto il problema alla Commissione Grandi Rischi, la risposta è stata di fornire il prodotto scientificamente migliore e più avanzato; successivamente si sarebbe valutato se le differenze saranno tali da dover sostituire l’azione sismica delle NTC18 e in quale modo. Tali differenze saranno valutate non solo in termini di PGA (che peraltro non è un parametro per la progettazione), ma sulle accelerazioni spettrali di maggiore interesse per le strutture; non escludo che saranno fatte anche stime in termini di rischio. È comunque una partita che inizierà a valle della valutazione di MPS19 da parte della CGR.

Ci puoi anticipare, sia pure senza entrare in dettaglio, se vi saranno delle novità importanti nella distribuzione della pericolosità sismica?
Come detto, il modello finale non è ancora pronto, anche se abbiamo già delle stime molto prossime ad esserlo. Per rispetto alla CGR che deve ancora valutare MPS19, non posso entrare troppo nello specifico; posso però dire che, in generale, i valori di tutta l’Italia settentrionale e centrale tendono ad aumentare rispetto a MPS04, pur senza raggiungere i livelli del modello SHARE. In Italia meridionale e Sicilia non si osserva lo stesso incremento. Questo comportamento è dovuto in parte al catalogo CPTI15, nel quale le magnitudo dei terremoti storici sono state completamente rivalutate. Abbiamo però utilizzato anche dei modelli di sismicità che non usano il catalogo storico (una delle più grosse novità di MPS19), ma solo le informazioni delle faglie o dei dati geodetici, che confermano lo stesso risultato. Per questo motivo siamo convinti che il risultato ottenuto sia robusto.

La mappa “classica” MPS04 è stata usata da molti come una descrizione “divulgativa” del pericolo sismico italiano: questo ha comportato – ad opera dei media ma non solo – diverse semplificazioni esagerate (es.: “nelle zone a bassa pericolosità sismica non si possono avere terremoti molto forti”), che sono state alla base di numerosi equivoci. Personalmente ho sempre sostenuto che la descrizione del pericolo sismico a scopo informativo richieda numerose mappe, ciascuna dedicata a un aspetto diverso, corredate da spiegazioni ben fatte. Penso anche che, dall’altra parte, sia necessario che chi vuole informarsi o essere informato dedichi a questi aspetti il tempo e la pazienza necessari, evitando la ricerca degli “spot”. Siamo in cammino verso questa direzione, secondo te?
MPS04, intesa come mappa della PGA con il 10% di probabilità di superamento in 50 anni, ha avuto decisamente un grande “successo” a livello di grande pubblico, come mai successo prima per una stima di pericolosità sismica in Italia. Da un lato ha aiutato a far parlare di pericolosità sismica, dall’altro molti pensano che la pericolosità sia solo quella singola mappa. E questo vale anche per molti nostri colleghi, non esperti di questi temi; dopo 15 anni, ci sono colleghi sismologi che non conoscevano le stime per probabilità diverse dal 10%. Un’altra convinzione errata ma diffusa che non riusciamo a scalfire è quella secondo la quale i valori di accelerazione di MPS04 siano i massimi possibili; per definizione in una stima probabilistica non esistono valori massimi ma valori più o meno probabili.
Fin dall’inizio del progetto che ha portato a MPS19 abbiamo speso molte energie per valutare gli aspetti di comunicazione dei risultati. Intanto a breve (spero a maggio) pubblicheremo un nuovo sito del Centro di Pericolosità Sismica dell’INGV che vuole diventare un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono approfondire il tema della pericolosità, in tutti i suoi aspetti e riferito a breve (i cosiddetti OEF), medio e lungo termine. Abbiamo lavorato molto su contenuti e modalità per descrivere, anche ad un pubblico non esperto, concetti complessi, facendoci aiutare da esperti di comunicazione e facendo test sull’efficacia del sito stesso.
Per quanto riguarda l’uso di mappe diverse, sono completamente d’accordo. Non solo mappe per diverse probabilità, ma anche mappe per diversi parametri (accelerazione, intensità, spostamento). Rilasceremo anche mappe che descrivono la probabilità per valori di scuotimento prefissati e mappe dei valori di massima magnitudo che stanno dietro alla stima. Nella nuova versione dell’applicazione webGIS che consente di interrogare il modello MPS04 (e poi anche in quella per MPS19) abbiamo anche pensato ad una nuova opzione che consente di scaricare per ogni singolo punto un file PDF che contiene tutti i parametri relativi a quel punto, proprio per far capire che la pericolosità è rappresentata non da uno ma da molti parametri.
Speriamo che tutto questo aiuti a far crescere una maggiore consapevolezza sul tema della pericolosità sismica.

In che modo MPS19 “migliorerà” MPS04?
Non lo so. Sicuramente MPS19 è quanto di meglio siamo riusciti a fare oggi, come MPS04 era il meglio possibile nel 2004. Lo certifica anche il giudizio che allora dette il comitato internazionale di esperti che seguì quel lavoro con una revisione in corso d’opera: “The Experts Panel recognizes that the new hazard model of Italy has a very high scientific and technical value and can be presently considerered as the most advanced PSHA result of its class in Europe”. Anche per MPS19 siamo stati seguiti da un gruppo di esperti che presenterà il loro giudizio alla CGR.
Sono conscio che, anche a causa della “popolarità” di MPS04, molti stanno aspettando il rilascio del nuovo modello. Anche per questo motivo, abbiamo impiegato più tempo di quanto avessimo previsto all’inizio. So che ci stiamo giocando la credibilità dell’INGV e l’unico modo per difendere il nostro lavoro è stato quello di coinvolgere il maggior numero di ricercatori e poi rendere pubblico tutto il materiale prodotto, dal quale emergeranno quanti aspetti sono stati presi in considerazione per la prima volta per un modello a scala nazionale. Spero anche che così sarà chiaro lo sforzo enorme fatto da tante persone che hanno collaborato con passione per dare un prodotto valido e utile al paese.

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