Come ricollocare popolazione sfollata dopo un terremoto: la lezione Mallet–Milne 2025 di Gian Michele Calvi

È stato recentemente pubblicato sulla rivista Bulletin of Earthquake Engineering l’articolo “Mallet–Milne Lecture 2025: Risk management and rehousing of people displaced by earthquake disasters”, a firma del Professor Gian Michele Calvi, tra i fondatori della Fondazione Eucentre e tra le figure più autorevoli nel panorama internazionale dell’ingegneria sismica.
Il contributo, che rappresenta la prestigiosa Mallet–Milne Lecture 2025, propone una riflessione sistemica e multidisciplinare sulla gestione del rischio sismico, affrontando in particolare il tema della ricollocazione delle persone sfollate a seguito di catastrofi naturali.

Dall’esperienza alla proposta

L’articolo prende avvio da un’analisi approfondita di casi studio emblematici: da San Francisco (1906) a Messina (1908), da Skopje (1963) a L’Aquila (2009), fino a eventi più recenti come Sichuan (2008), Tōhoku (2011) e Türkiye (2023). In ciascuno di questi, la risposta post-evento è stata guidata più dall’urgenza che da piani preesistenti, generando risultati disomogenei in termini di efficacia, sostenibilità e impatto sociale.
Calvi evidenzia come l’assenza di pianificazione anticipata nella gestione degli sfollati sia una costante ricorrente, e come ciò impedisca il consolidarsi di buone pratiche condivise a livello internazionale.

Il caso dell’Aquila come paradigma

Una sezione centrale dell’articolo è dedicata all’esperienza italiana del progetto C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili), realizzato dopo il terremoto dell’Aquila del 2009.
Il progetto, ideato e coordinato dallo stesso Calvi per conto del Dipartimento della Protezione Civile, ha introdotto soluzioni innovative come:

  • l’uso estensivo di platee sismicamente isolate su cui costruire le soluzioni abitative;
  • l’adozione di standard elevati di comfort, sostenibilità e durabilità;
  • un’organizzazione progettuale e operativa pubblico-privata, ma no-profit, guidata dalla Fondazione Eucentre.

Con oltre 150 edifici costruiti in tempi record, il progetto ha rappresentato una risposta tecnica e organizzativa d’avanguardia, seppur non esente da critiche e dibattiti.

Verso una nuova cultura della ricostruzione

L’articolo si chiude con un appello alla necessità di superare l’approccio emergenziale e frammentario che ha storicamente caratterizzato la gestione post-terremoto.
È fondamentale:

  • predisporre piani urbanistici e sociali per la ricollocazione post-sisma;
  • rafforzare la cultura della prevenzione e la resilienza delle comunità;
  • promuovere linee guida condivise a livello internazionale, anche in tema di strumenti finanziari, assicurativi e normativi.

Un contributo essenziale per la comunità tecnico-scientifica

La Mallet–Milne Lecture 2025 costituisce una lettura indispensabile per ingegneri, urbanisti, amministratori pubblici e operatori della protezione civile. La riflessione proposta da Gian Michele Calvi amplia l’orizzonte della gestione del rischio sismico, portando l’attenzione sulla persona, le comunità e il diritto a una ricostruzione equa e sostenibile.
L’articolo completo (Springer Nature – accesso libero):
https://rdcu.be/egshp