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Pubblicata la scala macrosismica EM-98 in versione italiana: intervista a Andrea Tertulliani, Raffaele Azzaro e Giacomo Buffarini

13/06/2019Renato Fuchs

La traduzione italiana della scala macrosismica europea (EMS-98), compilata da gruppo di lavoro della ESC (European Seismological Commission) nel decennio 1988-1998, viene pubblicata (http://quest.ingv.it/) a notevole distanza (21 anni) dalla pubblicazione della versione inglese, dopo che quest’ultima è stata utilizzata sul campo e sperimentata in occasioni di numerosi terremoti italiani, dalla sequenza di Colfiorito del 1997 (nell’occasione venne usata la versione 1992 della scala stessa) fino agli eventi del 2016-2017.

Ne parliamo oggi con i curatori della versione italiana, Andrea Tertulliani (INGV), Raffaele Azzaro (INGV), Giacomo Buffarini (ENEA). La versione completa di questa intervista è disponibile su https://terremotiegrandirischi.com/2019/06/03/la-scala-macrosismica-em-98-e-stata-pubblicata-in-italiano-intervista-a-andrea-tertulliani-raffaele-azzaro-e-giacomo-buffarini/

Una scala macrosismica consiste essenzialmente in un numero limitato di descrizioni di effetti (word pictures in inglese) che vengono confrontate con quanto si riscontra sul campo (rilievo macrosismico), o quanto si deduce dalle informazioni storiche. Il grado di intensità – ovvero il livello degli effetti – del terremoto in un dato luogo viene assegnato con riferimento alla descrizione che più si avvicina alla situazione reale. La scala EM-98 è stata molto usata per eseguire rilievi macrosismici a seguito di terremoti. Ci potete riassumere il suo utilizzo in Italia?
Sin dal momento della sua prima uscita, nel 1993 (la prima versione, poi modificata nel 1998 appunto), c’è stato un grande interesse da parte della nostra piccola comunità macrosismica. Molti di noi lavoravano con la scala MSK, altri con la MCS – e gli aspetti innovativi introdotti dalla EM-98 rendevano “più facile” operare sul campo. Le grandi sequenze sismiche italiane hanno rappresentato il banco di prova per eccellenza per imparare ad usare la scala: la prima timida applicazione, prototipale, in Umbria-Marche nel 1997; l’uso massivo, anche a scala urbana, per il terremoto de L’Aquila nel 2009; con gli eventi poi del 2012 in Emilia Romagna e poi quelli del 2016-17 in centro Italia, direi che tutti gli operatori hanno acquisito una notevole dimestichezza, passando nel contempo per molti terremoti meno distruttivi.
Comunque, ogni sequenza ci ha insegnato qualcosa, e fatto capire concretamente pregi e limiti della scala.
In figura la mappa delle località alle quali, dopo la scossa del 24 agosto 2016, è stato assegnato un grado di intensità secondo la EMS98.

Una delle novità più importanti della EMS-98 è stata la differenziazione dei tipi di costruzioni in classi di vulnerabilità. Ci potete commentare questa tabella alla luce della esperienza italiana.

Il patrimonio edilizio italiano è caratterizzato da una grande prevalenza di edilizia storica, quindi in muratura per la quale l’EMS-98 ha permesso di distinguere, sostanzialmente, in due classi: “A” e “B”, dove la “B” raccoglie la gran parte degli edifici mentre nella “A” vengono facilmente relegati i casi patologici. Rari sono i casi di sconfinamento in “C” e rarissimi in “D” (muratura armata). Questo perché per la muratura le normative tecniche, fino agli anni 80 del secolo scorso, fornivano essenzialmente regole di buona esecuzione e nessun calcolo vero e proprio; addirittura solo dal 2003 sono state introdotte le verifiche sismiche. Anche nelle recenti NTC 2018 per “costruzioni semplici”, che rispettano certe regole e limiti, gran parte dei calcoli vengono o semplificati o, addirittura, non richiesti.
Più complessa è la situazione del Cemento Armato; l’espansione urbanistica post bellica, avvenuta in maniera rapida e incontrollata, il fenomeno dell’abusivismo e una certa propensione tutta italiana di vedere la struttura come qualcosa di secondario rispetto agli aspetti estetici, ha portato ad un risultato in cui è più complesso collocare il singolo edificio nella corretta classe. Se poi aggiungiamo gli scempi spesso subiti, sempre dalle strutture, per l’inserimento o il rifacimento di impianti o per ristrutturazioni architettoniche, l’evoluzione della classificazione sismica, della normativa sismica, risulta molto complicato l’utilizzo della Tavola di Vulnerabilità, soprattutto nel rapido rilievo che si effettua per la valutazione macrosismica.

Quali sono i maggiori pregi della EMS-98 utilizzata sul campo e quali le maggiori difficoltà incontrate nella sua applicazione?
Senza entrare troppo nel dettaglio si può dire che il vantaggio maggiore della EMS-98 è proprio la possibilità di poter classificare l’edificato in diverse classi di vulnerabilità, relative a edifici che rispondono diversamente all’azione sismica. Possiamo quindi osservare nel dettaglio come edifici diversi reagiscono al terremoto. Le scale precedenti consideravano complessivamente il danno a tutto l’edificato, conducendo a volte a valutazioni fuorvianti specie dove gli edifici sono molto diversi tra di loro. Inoltre questa caratteristica spinge l’operatore a raccogliere dati con maggiore cura che in passato, con evidente beneficio per le successive analisi e una maggiore robustezza del risultato. Di contro, e veniamo alle difficoltà, questo presuppone una preparazione più scrupolosa da parte del rilevatore e anche un maggior dispendio di tempo in campagna.

La EMS-98 e le sue componenti sembrano avere avuto un discreto successo presso gli ingegneri, ma per finalità diverse da quelle strettamente macrosismiche (addirittura viene utilizzata nel decreto “Sismabonus”). Ci potete commentare questo punto? Significa che gli aspetti ingegneristici della scala sono descritti in modo opportuno?
Gli aspetti ingegneristici sono affrontati nella maniera corretta, stante la finalità che la scala si prefigge. Per scopi di pianificazione a grande scala, per studi di scenario a fronte di eventi sismici, una classificazione come quella macrosismica non solo è utile, ma è anche l’unica realizzabile in maniera diffusa. Inoltre l’assegnazione della classe di vulnerabilità macrosismica è anche utile come primo approccio al problema della sicurezza del singolo fabbricato a due condizioni: che venga eseguita da un esperto in materia e che gli venga dato il suo reale valore, ossia non considerarla una verifica di sicurezza per la quale è indispensabile procedere secondo i dettami rigorosi della scienza e della tecnica delle costruzioni e rispettando la normativa sismica.

• Un elenco di studi macrosismici sui rilievi fatti negli ultimi 20 anni è rintracciabile allo stesso indirizzo http://quest.ingv.it/
• Utile può essere anche una lettura sulla storia delle scale macrosismiche scaricabile qui: http://editoria.rm.ingv.it/quaderni/2019/quaderno150/

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