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Roberto Nascimbene parla del Dipartimento di Costruzioni e Infrastrutture

09/04/2019Renato Fuchs
Conoscere Eucentre: parlano i Capi Dipartimento

La Fondazione Eucentre svolge, attraverso i propri Dipartimenti, molte attività. Per comprendere meglio il “mondo Eucentre” abbiamo pensato di fare qualche domanda ai nostri Capi Dipartimento, chiedendo loro di descrivere di cosa si occupano, le risorse di cui dispongono, le difficoltà che devono affrontare, i risultati ottenuti e quelli attesi, le aspettative future.

Roberto Nascimbene, capo del Dipartimento di Costruzioni e Infrastrutture, si è occupato – sia a livello di ricerca che di professione – di vulnerabilità sismica di impianti, edifici in ca, acciaio, legno e prefabbricati, serbatoi, robustezza e collasso progressivo di strutture sotto azioni eccezionali, modellazione e analisi numerica non lineare avanzata sia in Italia che a livello internazionale.
È stato coordinatore per oltre dieci anni della formazione professionale continua in Eucentre svolgendo l’organizzazione di quasi un centinaio di corsi.
È autore/coautore di oltre cento pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali indicizzate, riviste nazionali e a congresso; è co-autore di tre libri, il primo sulle strutture a guscio (serbatoi), il secondo sui prefabbricati esistenti ed il terzo sulle abitazioni temporanee; è membro del comitato tecnico Eurocodice 3, della Commissione Sismica Regionale (Lombardia), del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri (Pavia) e della Fabbriceria del Duomo di Pavia.

1. Puoi descrivere le attività principali del tuo Dipartimento?
Il Dipartimento si occupa della riduzione della vulnerabilità sismica di strutture in cemento armato ordinario e prefabbricato, acciaio, muratura, legno ed infrastrutture ed il conseguente sviluppo di tutte le attività utili alla definizione di linee guida e di indirizzo, anche a carattere normativo. Inoltre non si parla solo di strutture ed infrastrutture ad uso strategico, residenziale o rilevante, ma anche di strutture in ambito industriale quali serbatoi, impianti, tubazioni. L’importante non è solo la valutazione delle fragilità, ma anche l’eventuale sversamento di sostanze e l’impatto sulla salute della popolazione sul breve e lungo periodo.
L’attività di consulenza scientifica e tecnologica si svolge nel contesto delle analisi, verifiche e modellazioni di tali strutture ed infrastrutture tramite approcci avanzati e semplificati al fine di definire linee prioritarie di intervento su patrimoni immobiliari e su infrastrutture.

2. Quali sono le risorse umane e tecnologiche di cui disponi?
Eucentre è una Fondazione di ricerca applicata, costituita nel 2005, ed il Dipartimento di Costruzioni ed Infrastrutture è fra i sei Dipartimenti chiave nell’ambito delle principali attività della Fondazione. Il Dipartimento può contare sull’esperienza maturata a livello di ricerca e di professione nell’ambito dell’ingegneria sismica e del rischio sismico, su collaboratori altamente specializzati e qualificati, con diploma di Master e/o Dottorato di Ricerca sull’analisi e modellazione strutturale e campi correlati. Tecnologicamente, il Dipartimento ha a disposizione importanti server di calcolo, in quanto il nostro supporto di servizio al Dipartimento di Tecniche Sperimentali necessita di sviluppare analisi molto delicate ed altamente non lineari. Quindi per ridurre i tempi di calcolo sono necessarie architetture software ed hardware molto complesse.

3. Il vostro lavoro è diretto più agli Enti pubblici o alle aziende?
Il Dipartimento che coordino si rivolge sicuramente alle aziende in quanto è in grado di fornire, sia dal punto di vista teorico sia da quello sperimentale, competenza, esperienza e conoscenza, tutte maturate negli anni grazie alla collaborazione con un Laboratorio Eucentre estremamente all’avanguardia. Inoltre, relativamente al settore pubblico, il DIpartimento partecipa attivamente a progetti di ricerca regionali, nazionali ed europei, per la valutazione delle condizioni di strutture, infrastrutture ed impianti, per la produzione di scenari di danno nel caso di eventi sismici al fine di determinare l’agibilità di abitazioni ed edifici strategici.

4. Ogni terremoto in Italia mette in luce, in genere, la scarsa qualità delle costruzioni. Di recente è stato introdotto il Sismabonus: ce ne parli?
Il modo migliore di rispondere in modo oggettivo a questa domanda è riprendere esplicitamente un documento ufficiale, il “Piano Nazionale per la Rigenerazione Urbana Sostenibile” del Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) che riporta come, nei circa 120 milioni di vani che costituiscono la nostra struttura urbana, si possono distinguere due categorie:

  • edifici che consideriamo “storici”, ai fini della tutela, della consistenza di circa 30 milioni di vani, realizzati in oltre 3.000 anni di storia;
  • fabbricati che costituiscono le periferie urbane e non, la cui consistenza è stimabile in circa 90 milioni di vani, generalmente non antisismici, realizzati anche in ambiti geoambientali inadeguati e con impiantistica superata e materiali non “sostenibili”, carenti di servizi primari, che nei prossimi anni saranno, avendo esaurito il proprio ciclo economico, totalmente obsoleti e dovranno essere sostituiti con una programmazione che non può che essere pluridecennale.

Sempre continuando sulla linea di pensiero del “Piano Nazionale per la Rigenerazione Urbana Sostenibile”, come in passato è stato previsto il Piano Energetico nazionale, così sulla base di questo modello il Sismabonus è un percorso definito da strumenti politici, normativi e finanziari per:

  • la messa in sicurezza, manutenzione e rigenerazione del patrimonio edilizio pubblico e privato, ricordando che nelle zone a rischio sismico risiedono oltre 24 milioni di persone, mentre altri 6 milioni convivono con il rischio idrogeologico;
  • la previsione eventuale e futura di incentivazioni volumetriche, di superficie e fiscali in misura diversificata a livello territoriale in base a criteri di compatibilità ambientale, risparmio energetico e idrico massivo, di emergenze sismiche o idrogeologiche, ecc.

5. Certamente una situazione non facile… Ritieni quindi che il Sismabonus sia uno strumento efficace? Si potrebbe fare di più?
Il Sismabonus è uno strumento molto efficace, ma con alcune piccole precisazioni. Innanzitutto bisognerebbe capire se “sfumarlo” e renderlo molto operativo soprattutto nell’ambito produttivo e non solo residenziale. Comunque, in secondo luogo, in entrambi gli ambiti, industriale e abitativo, sarebbero necessarie delle incentivazioni. Ciò che rende veramente poco impiegato il Sismabonus, che nella sua applicazione ha una leggera somiglianza con l’efficienza energetica, è la grande differenza in merito all’investimento iniziale di cui una famiglia o un imprenditore dovrebbe farsi carico.

6. Si parla da anni di problemi alla rete infrastrutturale italiana. Il crollo del ponte Morandi a Genova ne è una conferma: qual è, a tuo parere, la situazione generale e quali le soluzioni che si possono prospettare?
Anche in questo caso, come per la domanda precedente, non è solo una questione di infrastrutture, ma di edilizia in generale. È utile prendere spunto da una comunicazione ufficiale dell’Ufficio Stampa dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (A.N.Di.S) che, partendo dai dati forniti dall’Anagrafe dell’edilizia scolastica, del MIUR e dai Rapporti di Legambiente e di Cittadinanzattiva, evidenzia questa situazione:

  • il 50% degli edifici scolastici italiani non possiede la certificazione di agibilità;
  • il 65% non ha il certificato di prevenzione incendi (CPI);
  • il 36% ha bisogno di interventi urgenti di manutenzione;
  • il 50% si trova in aree a rischio sismico.

A questo andrebbe aggiunto il dato temporale e bisognerebbe quindi considerare l’epoca di costruzione degli edifici. Il dato fornito dal MIUR evidenzia che il 4% degli edifici è stato costruito prima del 1900 e che il 44% è stato costruito in un periodo che va dal 1961 al 1980. Per fare un esempio concreto estratto dal Corriere del Mezzogiorno dell’8 Gennaio 2014, a Napoli su 389 edifici scolastici di competenza comunale, solo nel 30% è stata eseguita la verifica di vulnerabilità sismica, mentre solo 14 edifici sono stati realizzati secondo criteri antisismici.
Dal punto di vista normativo va tenuto presente che solo a metà anni settanta, in particolare la legge n.6 4 del 2.2.1974, si è stabilito un quadro di riferimento per la normativa tecnica ed in particolare quella sismica demandando ai decreti ministeriali dei LL.PP. l’aggiornamento della normativa tecnica e stabilendo che la classificazione sismica del territorio italiano doveva procedere sulla base di comprovate motivazioni tecnico scientifiche. Quindi il progetto Finalizzato Geodinamica (PFG) del CNR nel 1979 realizzò le prime carte di scuotibilità del territorio italiano. Con il Decreto Ministeriale del 03-06-1981 n. 515 viene introdotta la zona sismica di terza categoria e con il Decreto Ministeriale del 19-06-1984, tra l’altro si introduceva la differenziazione del livello di protezione sismica per particolari categorie di edifici. Il DM 16-01-96 introduce alcune piccole modifiche rispetto alle precedenti norme sismiche. La vera discontinuità si ha con l’ Ordinanza PCM 3274 del 2003 e successivamente con Decreto 14/01/2008 del Ministero delle Infrastrutture (GU n.29 del 04/02/2008).
Quindi la normativa sismica è vigente e cogente da meno di 10 anni, mentre il patrimonio costruito ha circa 3000 anni!

7. Anche qui, il quadro che ne esce è sconfortante: è evidente come le lacune si siano accumulate nel tempo. L’enorme quantità di edifici ed infrastrutture che avrebbero necessità di interventi può quindi far desistere dal metterli in atto o, a tuo parere, esistono delle vie d’uscita?
Esiste una via di uscita ma culturalmente poco vicina al modo mediterraneo di pensare l’architettura e l’urbanistica delle nostre città: la demolizione. Capire quindi “cosa” potrebbe essere classificato come “antico” e separarlo nettamente da “cose” che sono semplicemente “vecchie” e potrebbero essere sostituite da una targa ricordo. “Provocatio ad populum”!! introduceva la Lex Valeria!

Roberto Nascimbene
Capo Dipartimento di Costruzioni
e Infrastrutture

: analisi avanzate, edifici esistenti, infrastrutture, strutture, vulnerabilità sismica

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